Ho sempre amato le sughere, matriarche maestose e improvvise compaiono dietro gli angoli delle strade, o lungo un sentiero lasciandoti il segno dentro .Sono donne selvagge e intransigenti. Coerenti e combattive.
La loro parte più esterna volgarmente chiamata sughero si chiama ritidoma , la parte del fusto che invecchiando si stacca a placche o a strisce, un vero e proprio potentissimo manto isolante, sfregio dell’industria edile.
E’ l’albero che resiste di più al fuoco fra tutti, è un albero che sa isolare e proteggerci dai campi magnetici, è un albero di straordinarie doti e forze. Prendete i suoi semi ai piedi delle sue radici e portateli con voi bambini. Vivere vicino ad una sughera antica è un privilegio.
La sorte tua di sughera
che bisbiglia nel vento
sarebbe assai diversa
se questo silenzio arcano
potesse lenire appena
i nodi del tuo tormento.
Straniere le tue radici
alla tua terra madre
forestiera alla foresta
priva di un bosco padre
un poco ti consolano
corse di bimbe ignare
sorde ai tuoi bisbigli
ma capaci di volare.
Fabrizio De Andre'
Dove fiorisce il rosmarino ce' una fontana scura
dove cammina il mio destino c’e' un filo di paura
qual'e' la direzione nessuno me lo imparo'
qual'e' il mio vero nome ancora non lo so.
Quando la luna perde la lana e il passero la strada
quando ogni angelo alla catena e ogni cane abbaia
prendi la tua tristezza in mano e soffiala sul fiume
vesti di foglie il tuo dolore e coprilo di piume.
Sopra ogni cisto da qui al mare c' e' un po' dei miei capelli
sopra ogni sughera il disegno di tutti i miei coltelli
l'amore delle case l'amore bianco vestito
io non l'ho mai saputo e non l'ho mai tradito.
Mio padre e' un falco mia madre un pagliaio
stanno sulla collina i miei occhi senza fondo seguono la mia luna
notte notte notte sola sola come il mio fuoco
piega la mia testa sul mio cuore e spegnilo poco a poco.
("Canto del servo pastore")
